Report 3 Novembre 2007

Pubblicato da Radic il

Mesi or sono:

Per l’otto maggio scorso avevo da animare una festa assieme a degli amici e stanco delle solite cose come karaoke e giochi col pubblico mi venne l’assurda idea di vestirmi da gallina e fare il cretino con il costume; al che i miei amici mi dissero:”fai fai” convinti che avessi detto una bischerata, tanto per dire una cosa stupida…
Ordinai il costume.
Poi la festa venne annullata, mi dispiacque molto non aver dato luogo a quella stramba idea.
A giugno fu organizzata, sempre quassù nel mio paesello, una cena all’aperto…mi sembrò l’occasione giusta per riproporre la mia idea pazza.
Riordinai il costume.
Un caldo atroce alle 9.00 di sera, io che ballettavo su e giù come un demente, facevo versi strani col fischietto che comprai al Pistoia blues, davo allegramente fastidio ai commensali e mi improvvisavo un inglese con degli ospiti ucraini, polacchi, tedeschi e francesi (mi spiego: non è che ci fossero persone che avessero contemporaneamente 4 nazionalità, ma c’erano persone provenienti da 4 nazioni diverse).
Mi divertii “un monte”.
Questo per spiegarvi un poco da dove nasce questa idea di andare al Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri con Federico Magherini in arte Nuvola come tutti quanti sapete vestito da gallina.

Sabato scorso:

Arrivo con quei 7 minuti di ritardo (scusa Nuvola) e mi metto il costume nel parcheggio, avrei voluto guidare col costume ma era troppo ingombrante e avrei rischiato di andare all’ospedale come paziente e non è che ci avessi poi tanta voglia.
Mi metto anche il becco giallo costruito da me la sera prima con una scatola di cartone, un elastico, le matite gialle del mio fratello, lo scotch, la colla, della carta e le forbici. (Nota di Giovanni Muciaccia: ma con la punta arrotondata) non sarà opera di Filistrucchi ma me lo sono fatto da solo, volete mettere!
In pediatria non c’è un gran da fare e quel poco non è stato un successo per gallinaPan, non ha fatto miracoli (e forse neanche doveva farli), ci si sposta al CUP dove si intrattiene i tranquilli e poco impegnati addetti alle prenotazioni, ganzo il giochino con la carta stagnola (chissà poi perché si chiama carta stagnola, io so che è alluminio e non stagno..forse mi sbaglio?!). (Nota di Nuvola: solo perché dire carta allumignola veniva male)
Poi si intrattiene i pazienti che aspettano la visita diabetologica, li mi diverto tanto, su delle bischerate vengon fuori degli sketch divertentissimi! Già con gli adulti il mio costume ha un altro effetto, spiazza di più, la gente non se lo aspetta. Una vecchina inizia a farci i complimenti “ma quanto siete belli. ma quanto siete belli” secondo me…vabbè lasciam perdere!
In dialisilogia (?!) è prestino e allora si va in sala d’attesa prelievi…c’è tanta gente ma tanta e lì con la folla il costume rende ancor più anche li mi son divertito e non è che dovessi fare niente di che solo esserci, si entra anche in sala prelievi mentre fanno i prelievi (che strano eh!) e ci si sta abbastanza e gli agopuntori o meglio agoinfilzatori parevano contenti, così come gli infilzati, (Nota di Nuvola :per non parlare poi delle siringhe che ridevano a crepapelle) della nostra presenza e del brio che è entrato nella stanza…..una di loro aveva attaccato al muro le foto dei cavalli che aveva allevato e mi diceva che in casa teneva pappagalli da un metro (tanto così per la cronaca)..ok tanti complimenti e sorrisi e ringraziamenti e…era tempo di andare in dialisilogia.
Nuvola discute con l’infermiere capo (credo) e io mi guardo un po’ intorno mentre quelli intorno a me mi guardano.
E si parte.
Prima stanza, seconda e poi terza e poi quarta..questo, mi spiegava Nuvola, era l’altro turno e neppure lui li conosceva bene. La metà non ci ha neanche considerati alcuni perché dormivano e altri perché probabilmente non ne avevano voglia oppure anche per altri motivi più che validi. Con i più ricettivi e con le infermiere c’era un bel contatto, molto produttivo e anche soddisfacente secondo me, ma con alcuni invece no.
Mentre Nuvola inondava di magie strane le stanze io mi son messo a parlare con la signora Rina che non stava un granché bene..dopo i convenevoli e qualche scambio di parola le ho posto una domanda “di cosa ha bisogno?” pensando che mi rispondesse qualcosa tipo un libro, della musica, una foto, non so. Invece mi chiede se potevo andarle a prendere le medicine, ganzo!
Sicché vo a prendere le medicine, in nonchalance scendo giù e chiedo alla gente dov’è la farmacia in modo normalissimo e ciò stonava col mio assurdo costume tanto da produrre sorrisi e risposte gentili…dentro la farmacia una scena bellissima, scusate se dilungo ma provo a riportarla in parola scritta.
La farmacista a testa bassa con dei fogli su cui scrive senza neanche alzar lo sguardo avverte la mia entrata e mi dice “aspetti un minuto” al che io “ok”. passan due minuti in cui io la fisso aspettando che lei alzi lo sguardo. Mi vede rimane quei 3/4 di secondo bloccata come un statua senza respirare e poi dice “oddio”. Del tutto sorpresa! Divertentissimo, non se l’aspettava di certo (l’ha presa bene eh) diciamo che l’ho piacevolmente scossa. No via a raccontarla non rende.
Tornato su con le medicine per Rina, ci si sposta nell’altra stanza dove più o meno c’è la stessa situazione, prima ci si mette a chiacchiera con una donna e poi mi avvicino come ho fatto prima ad un l’atra paziente (mi pare Tatiana). Era lucidissima rispetto agli altri ma ormai rassegnata…ho provato a dire qualcosa di confortante ma rispondeva negativamente anzi un po’ ci si arroccava pure su questa rassegnazione, c’ho parlato venti minuti (Nuvola infatti aveva cambiato stanza mentre io ero ancora a parlare con lei) credo forse qualcosa meno. Mi ha raccontato un po’ di cose, che faceva dialisi da ormai 25 anni che quando era arriva in questo ospedale neanche esisteva la nefrologia, che si sentiva un peso per la famiglia sia come tempo perso che economicamente, che da quando aveva perso il marito aveva perso tutto. Aveva accettato la sua situazione era lucidissima mentre diceva tutto ciò, calma non disperata, non cercava un qualche conforto ma solo uno sfogo con me (lei me lo ha detto) perché sapeva che se avrebbe parlato così ai suoi figli si sarebbero dispiaciuti e non voleva dargli altri dispiaceri.
Non è stata una situazione molto diversa da una casa di riposo.
Poi siam tornati su a salutare i pediatrologi, riprendere un cane che Nuvola aveva lasciato in custodia e intrattenere una giovane madre con marito e amici.

Ok, conclusioni: positivo il costume ma molto stancante però più di quel che mi aspettavo. L’ho provato son contento ma al momento probabilmente non lo rifarei, in effetti potrebbe essere superfluo ma comunque divertente per me, per Nuvola (no?) e per la popolazione ospedaliera. Insomma vedremo il destino di quel costume con dentro me più avanti. Altra nota positiva: un’ infermiera della dialisi ha richiesto di persona a Nuvola degli interventi anche il pomeriggio, la nota positiva sta nel fatto che mi pare proprio un attestato di apprezzamento nel lavoro che è stato fatto e che si sta facendo.

P.S. grazie a Nuvola, Timmy e i loro gatti per l’ospitalità e il pranzo.
PPS. magari la prossima volta sarò più breve prometto

Note conclusive di Nuvola: spero si sia capita la “citazione colta” di Giovanni Muciaccia, sennò pace, per quello che riguarda invece le sensazioni di lavorare con una gallina, che dire….non le posso mettere sul blog per decenza, ma ho le foto di Pan gnudo nel parcheggio in bilico sulle scarpe che tenta di infilarsi il costume a circa 8-9 gradi sopra zero (che mostrerò alla riunione del 18), grazie del sacrificio e dell’impegno che tutti voi state mettendo in questo progetto, per quello che riguarda invece le reazioni delle persone sono state divertenti, tenete conto che passavamo per i corridoi io avanti urlando Pio..pio…pio come quando si dà il becchime alle galline e dopo arrivava una gallina di un metro e ottanta tutta gialla e con la faccia stranissima come a dire:ma chi me l’ha fatto fare? Ad onor del vero devo aggiungere anche che passare dagli otto gradi del parcheggio ai quasi 35 dell’ospedale vestito con un costume di pelliccia ecologica non dev’essere facile, inoltre bella la gag delle uova, ogni volta che vedevamo una sedia io ci mettevo su tre uova e Pan si precipitava alla cova (tre uova di legno da rammenda calzini dipinte di bianco) che anche quelle sotto al sedere non dovevano essere molto comode….praticamente non ho lavorato con un clown ma con un fachiro!!!!!


1 commento

il cagamobile · 15 Novembre 2007 alle 16:13

ah ah ah ah ah ah AH AH AH AH AH AH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! bellino bellino bellino proprio bello!

questa è per te ale:
Apelle
figlio di Apollo
fece una palla di pelle di peli di palle di aeropollo
tutti i pesci
vennero a galla
per vedere la palla di pelle di peli di palle di aeropollo
fatta da Apelle
figlio di Apollo!

ok!

I commenti sono chiusi.