Saharawi 2017: la missione del dott. Pasticca e della dott.ssa Caramella

Report del dott. Pasticca

Eccomi qua.

Riemergo dopo 2 giorni di quasi silenzio, dopo un pieno di emozioni e di impegni frenetici, di stanchezza, di incontri, di nuovi semi e di piccole piantine che ritrovi germogliate dopo 2 anni di missioni nei campi profughi Saharawi. Un silenzio complice lo smartphone out e un po’ i disturbi normali per delle giornate così intense e un tipo di vita a cui non siamo troppo abituati.

Prima di tutto vorrei ringraziare i compagni di viaggio, a partire da chi ha permesso e organizzato questa avventura (qualcuno pensa che sia una cosa facile mettere assieme gruppi diversi con progetti diversi?); poi da chi mi ha aiutato e supportato nel portare con noi i quasi 1.700€ di materiale per il corso clown (senza dimenticare chi ha contribuito economicamente a mettere assieme questa cifra), mettendo a disposizione le valige necessarie al trasporto, non sarebbe stato possibile svolgere tutte le attività senza tutto questo materiale.

Un pensiero e un ringraziamento a tutti, a chi si è dedicato a rappresentare questi momenti e le emozioni con le sue foto,  chi ci ha arricchiti con le sue riflessioni ed i suoi spunti legati o meno alla scrittura del libro – racconto di questo viaggio. Un abbraccio grande grande a chi ha aiutato a smussare le tensioni e le stanchezze, si è reso disponibile nei momenti di bisogno e superare le difficoltà e, ovviamente, a chi mi ha accompagnato in questa avventura con il naso rosso dividendo con me gli impegni, le fatiche, le paure di questi giorni spesso senza sosta,0 permettendo di centrare un obiettivo ancor più grande di quello che ci eravamo posti.

Una scoperta particolare e inaspettata sono stati i giovani – futuri medici della facoltà di Tor Vergata, sospinti da quel bel testone di mio figlio e accompagnati dalla saggezza decisa e sufficientemente distaccata del professore. Sono stati davvero un bella scoperta e un bell’incontro. In un momento in cui facciamo tanta fatica a trovare partecipazione da parte del mondo giovanile, incontrare 9 giovani che vengono in un posto sperduto, sacrificando il tempo dello studio e o di possibili vacanze molto più comode e spensierate non è poca cosa. Il nostro gruppo clown è nato cercando di coinvolgere gli studenti di medicina per fargli conoscere altri aspetti del prendersi cura dell’altro, ed in particolare del malato, non solo attraverso un farmaco: ultimamente facciamo molta fatica a trovare chi riesce a staccare dai ritmi frenetici dello studio, la disponibilità nella facoltà, la voglia di sacrificare ore di un possibile svago per fare dei turni in ospedale. Questo bel e variegato  gruppo ci dice che non è tutto così e che non dobbiamo mollare nel cercare e renderci disponibili per questi incontri.

Chi ha seguito le vicissitudini della missione “Tenerezza Saharawi 2017” saprà che al centro di questa c’erano diversi obiettivi e progetti, fra questi l’organizzazione e il consolidamento del progetto adozioni a distanza, il progetto di tirocinio e formazione con gli studenti di medicina di Tor Vergata e il corso di clowncare per 20 ragazzi Saharawi con l’obiettivi di fare assieme uno spettacolo.

Io e Ivana (Pasticca e Caramella) ci siamo occupati di quest’ultimo e devo anticipare che i risultati sono stati superiori alle attese.  Non era facile ipotizzare i risultati concreti di questa attività di formazione con bambini di lingua araba, che vivono in mezzo al deserto nei campi profughi, cercando di portare e insegnare la metafora del sorriso, provare a creare uno spettacolo e tutto questo in meno di 3 giorni di lavoro (3 mattine scarse e 2 pomeriggi). E invece i risultati sono stati sorprendenti: esercizi clown, ,magie, palloncini modellabili, tecniche e prove di  truccabimbi, via via il gruppo si è appassionato sempre di più, dimostrando un interesse, una passione e una sensibilità (devo dire in particolare fra i maschietti) per molti aspetti inaspettati.  Emozionante è quando un gruppo di bambini ha accettato (in realtà volevano venire tutti) di fare una prova “sul campo” andando assieme al Centro Descapacitados (ragazzi con handicap) e di questo ci porteremo per sempre l’emozione e la soddisfazione con noi, il loro entusiasmo, l’atteggiamento e la sensibilità con i quali hanno operato, l’ascolto verso l’esempio e i consigli….

Un piccolo aneddoto quando ci siamo trovati a lavorare in un grande capannone, con problemi di illuminazione, molto sporco. Li, mentre facevamo gli esercizi clown, ci siamo soffermati a spiegare il concetto del “prendersi cura” dell’altro, di se stessi, dell’ambiente attorno, degli animali…. perché il deserto non è, non deve essere, un’enorme pattumiera che tutto può ingoiare e nascondere. E dopo detto il primo gesto è stato metterci noi a pulire questa enorme palestra di sabbia e sporco. Vedere i ragazzi che durante i corso, nella visita dai ragazzi disabili,  mettevano a posto le cose, raccattavano il sudicio, le confezioni delle magie e della caramelle (senza necessità di dirglielo) compreso quelli gettati dagli adulti è stato il segno di un altro seme germogliato velocemente.

Un ringraziamenti infine alla Angelini che ci ha donato i farmaci consegnati dagli studenti dei medicina direttamente all’ospedale,  alla Blasetti per i quadernoni,a Gomitolo per le 20 borse bellissime preparate a mano per ogni bambini e per noi, a Stefano Meli per le magliette “Semi di naso rosso” dei bambini, a Telepass per le penne, matite quaderni, cappelli… consegnati ai bambini del corso e alla scuola,  all’Ente Clown & festival di Monte San Giusto per i nasi rossi, i cappelli, i palloni e per il loro abbraccio…

Grazie compagni di viaggio, grazie ragazzi Saharawi, Saharawi libre!

Pasticca

Report della dott.ssa Caramella

Dopo qualche ora di pensa e ripensa,  tra una lacrima e un sorriso provo a condividere il bagaglio emotivo che ho dentro anche se ancora non mi sento completamente tornata alla realtà quotidiana che oggi, non stento a dirlo, ho trovato banale e quasi inutile….

Ho calpestato un terreno e accarezzato una sabbia dove tutto parla di radici, appartenenza , orgoglio, grande dignità, accoglienza…

Ho avuto difficoltà a trattenere le mie emozioni in svariati momenti perché certi occhi e certi sorrisi ti spalancano direttamente la porta del cuore e non controlli il riscontro che può fare perché diventa una dolcissima nenia che accompagna il viaggio fuori e dentro di noi…così mi ritrovo a parlare di un semplice palloncino e come accenno che non esiste la necessità di fare una figura esatta ma basta lasciare andare la fantasia mi ritrovo venti bambini che si erano costruiti una corona dai più svariati colori…. bambini entusiasti, attenti con la sana voglia di conoscere e fare nuove esperienze: bambini in ascolto.

Noi avevamo forse più dubbi e paure, che loro nella semplicità si sono fidati e affidati a Pasticca e Caramella.

Esercizi di relazione , magie, palloncini, suoni, sabbia, caramelle, lecca lecca, truccabimbi, colori, sono stati accompagnati dalle note di Bella Ciao, costante intermezzo per distrarsi, creare legame  e per terminare lo spettacolo con loro stessi come protagonisti: siamo rimasti profondamente colpiti quando, alla spiegazione del senso della canzone, i ragazzi hanno fortemente partecipato e si sono commossi.

Giorni intensi che li ha visti instancabili e puntuali….. mani umide di tensione e occhi che cercavano approvazione, ma tutto affidato a ciò che per loro e per noi è importante: giocare!!!!

Ibena, Ibena, (Ivana, Ivana) è adesso per me una musica che batte nella mia testa: meravigliose bambine, figlie della famiglia che ci ospitava, la loro casa diventa la nostra casa e i loro figli diventano quasi i nostri, per come si fidano di chi entra in casa loro. Giochi, balli, canti  e musica quasi ininterrottamente e tutto diventa magico come se il tempo si fermasse e tu fossi li da chissà quanto tempo fino a sentirsi una persona di famiglia. Una ragazza, una donna ancor prima di esser mamma appare ai miei occhi e inizialmente non so come entrare perché sembra non aprirsi: allora con il piede sinistro e in punta di piedi ti accorgi che la tristezza invade quella donna ma se fai il primo passo lei ride con gli occhi e arriva l’abbraccio e l’intesa.

Donne con ruoli importanti all’interno della loro società nonostante sia un popolo musulmano e uomini attenti che si prendono molta cura dei figli.

Non nego la difficoltà del non lavarsi o dell’andare in bagno secondo le nostre abitudini, ma quando sei là, in quella terra così calda nel cuore, tutto è relativo e le priorità sono altre… cerchi di capire, comprendere, conoscere, imparare…. ecco, credo di aver ricevuto grandi insegnamenti di valori spesso dimenticati da noi, di priorità vere, di amore per la propria terra, di grande coerenza e onestà.

Non è stato facile salutare e partire ….ancora sento quegli abbracci con le lacrime addosso… parti con la consapevolezza che tornerai.

Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio ognuno prezioso a modo suo, che mi ha regalato parole, supporto, risate, lacrime….. ringrazio chi si è fatto carico di una organizzazione così complessa e variegata, ringrazio tutti i miei colleghi di M’illumino d’immenso, ringrazio Pasticca per il nostro lavoro e per il nostro integrarsi, ringrazio tutto il popolo Saharawi per ciò che mi hanno donato e insegnato.

Tornare a casa con la testa ancora là e la consapevolezza di fare presto ritorno da Voi….

Caramella