11 Ottobre 2008
Dunque, da dove cominciare? Dall’inizio, direi.Ho imparato che il 32 ci mette un sacco per arrivare all’ospedale; Ho imparato che il naso da clown legato stretto fa venire il mal di testa; Ho imparato che non sono l’unica fanatica di libri sui vampiri; Ho imparato che forse non è particolarmente salutare per me continuare a mangiare la bistecca con il fruttolo alla fragola; Ho imparato che il linguaggio dei sordo muti non è internazionale; Ho imparato che in sala prelievi c’è molta confusione; Ho imparato che tutto sarebbe più semplice se a certe persone non costasse tanto dire “mi dispiace, ho sbagliato”; Ho imparato che anche semplicemente stringere la mano fa la differenza; Ho imparato che dal passato si può imparare e che da cose brutte possono nascere cose belle, anche il dolore può gettare le fondamenta per qualcosa di buono; Ho imparato che ognuno ha il proprio bagaglio di vita ed esperienza, ma che questo non è necessariamente un peso perché a volte, in fondo al proprio bagaglio, dove non si guardava da tanto tempo, ci potrebbe essere qualcosa di prezioso per noi o per qualcun altro; Ho imparato che il modo migliore di mantenere viva nel cuore la memoria di qualcuno è condividerla, tramandarla, aprirla, mettere in pratica ciò che questa persona ci ha insegnato e non tenerla chiusa in noi. Solo così continuerà ad esistere ed a risplendere per sempre; Ho imparato che quando ci togliamo le etichette e non siamo più “medico”, “paziente”, “clown”, o qualsiasi cosa, siamo tutti persone con le stesse paure ed ansie; la preoccupazione di non essere all’altezza della situazione, la sofferenza di stare lontano dai propri cari, la rabbia verso un mondo ingiusto. Ed è proprio quando ci accorgiamo di tutto ciò che possiamo ascoltare davvero le persone e star loro accanto nel modo in cui avremmo voluto o vorremmo che gli altri stessero accanto a noi.
Certamente non è tutto, questo è solo un riassunto, ma credo di aver riportato i punti principali e direi che, per essere solo il primo turno, è davvero tanto quello che mi è stato dato.
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