Il turno di Lunedì è stato molto bello, eravamo in 3, io, Stringa e Ola, per loro due era il primo turno, ecco a voi i report:
Ecco il report fresco fresco della giornata di oggi, che è stata senz’altro particolare perché ad accompagnare Nuvola per i meandri dell’ospedale eravamo due novelle, ovvero due “prime-turniste”: Io e Farfallina. Saperla con me mi ha un po’ tranquillizzato perché eravamo per così dire “sulla stessa barca” ed è stato bello poter fare il mio primo turno con lei, soprattutto perché poi abbiamo chiacchierato un sacco. Comunque la giornata è iniziata con un treno di prima mattinata, dopodiché l’autobus che mi ha condotto all’ospedale stato il “pre-scena” (parola d’improvvisa invenzione) per me, perché i miei pantaloni “arancioni-tipo-quelli-degli-omini-delle-autostrade” hanno attirato abbastanza l’attenzione, in più ho dipinto il naso di rosso sull’autobus, e questo costruirsi-clown lungo il tragitto mi ha aiutato a sentirmi un po’ più Stringa. Arrivati all’ospedale, date le prime istruzioni e dritte su come si sarebbe svolto il turno (ovvero sala prelievi, dialisi, pediatria), siamo partiti: In sala prelievi non erano molte le persone ad aspettare di farsi togliere il sangue, c’erano due o tre donne in stato interessante, una delle quali sposata ad un pasticciere, che ha ricevuto le lusinghe di Nuvola per il mestiere interessante e soprattutto UTILE che svolgeva. Un’altra ragazza incinta, originaria del Brasile, è stata un po’ a chiacchierare con noi, stato un bell’incontro. Dopo la carica accumulata in sala prelievi (dove la parte interessante, a mio parere, è proprio quella di poter dar noia a chi si preferisce, cercando di strappare sorrisi e sguardi complici anche a chi sembra il più distaccato, perché forse il costume da clown non a tutti comunica la stessa cosa: mi è sembrato quasi che qualcuno, trovandolo un po’ estraneo, sia restio ad avvicinarvisi, sarà un’impressione?) siamo passati dal giornalaio per avere informazioni sui libri che Nuvola ha ordinato per smettere di fumare, qui abbiamo attaccato bottone con la donna delle risposte (perché in sala prelievi tante persone non erano a togliersi il sangue, ma ad aspettare risposte, a detta loro, e questa donnina era l’addetta alle risposte, che però si rifiutava di darne!!!). Nota di Nuvola: non è che si rifiutava è solo che il suo lavoro inizia alle 10.30 ed ancora non era orario. Poi abbiamo scorrazzato un po’ per i corridoi, dove abbiamo incontrato un ragazzo che aveva accompagnato il nonno, che si chiamava Gianni Gatti, a fare un esame. Questo ragazzo ha poi ha letto l’oroscopo a Nuvola, e ci è parso molto contento di parlucchiare un po’ con noi. Siamo poi saliti in Emodialisi, dove l’atmosfera decisamente è diversa; entrare nella stanza dei pazienti è un po’ come chiedere permesso nello spazio appartenente ad altri. Abbiamo incontrato Gino e Gino, due personaggi, da uno dei quali ho imparato a non-bere il caffè con il limone! Siamo poi passati nella seconda stanza, dove sono stata contentissima di incontrare Francesco, che ci ha fatto mille feste e come ha già ha scritto Nuvola nella mail precedente, ci ha invitato nuovamente a casa sua per settembre, e penso che questo sia stato veramente il culmine della giornata. Nella stessa stanza c’erano la signora Sara e un altro signore con i quali abbiamo parlato per un po’, ma con “delicatezza” direi, perché ancora in fase di assimilazione di ciò che con la dialisi è diventata la loro vita. Dopo questa stanza ne abbiamo dovuta saltare una perché là ci hanno detto che non era il caso di entrare, quindi siamo passati oltre. Siamo poi passati nella terza stanza, dove abbiamo conosciuto il famoso Ernesto (Nota di Nuvola: sarebbe Anselmo), al quale è stato regalato un topolino giallo, e che ci guardava con grande dolcezza, per poi finire al letto del signor Giorgio, dove io e Ola abbiamo assistito ad un forte momento di “incontro umano” tra lui e Nuvola, che è riuscito a fargli tirar fuori lacrime di liberazione e non di rabbia. Ai miei occhi, è stata l’espressione massima della clownterapia, concentrata in pochi più di 10 minuti, in un angolo dell’ospedale. Finito il giro in dialisi, siamo passati in pediatria, dove oltre a qualche bambino appena nato, abbiamo incontrato Simone, un bambino di 7 anni e mezzo che era stato ricoverato per una polmonite ma che veniva dimesso oggi, e una ragazzina di 12 anni che, chiedete conferma a Nuvola, era alta quanto me e che doveva fare una piccola operazione. Dopo averli intrattenuti un po’ abbiamo fatto un altro giro delle stanze per poi scendere nel parcheggio per una delle ultime sigarette di Nuvola dove, non poteva mancare, abbiamo incontrato la svitata della giornata che voleva farsi regalare il cappello di Nuvola. (Nota per Smemo: ancora PURTROPPO non è arrivato il mio libro per smettere di fumare per cui sarò COSTRETTO MIO MALGRADO a rimandare questa cosa a dopo le ferie, NON SAPETE QUANTO MI DISPIACE) Finito il turno, la donnina delle risposte dovrà farmi sapere di che cosa sono fatte le manette (Nuvola sostiene che siano fatte di burro e pancarrè ma io non gli darei troppo credito..), ho richiesto e sorprendentemente ricevuto un cazzotto in fronte da Nuvola (esperienza da ricordare, l’ho chiesto più di una volta, ma nessuno mi aveva mai dato retta..)e sono contenta matta e soddisfattissima di aver fatto tutto questo e di poter continuare a farlo e di conoscere persone meravigliose come voi che lo fanno e ci credono, GRAZIE! Stringa
Nota a conclusione di Nuvola: Spiego sia la storia delle manette che del cazzotto in fronte, iniziamo con le manette, siccome fuori c’erano 2 carabinieri a far niente abbiamo parlato con loro e gli ho raccontato di quando ero in gita con dei ragazzini a una caserma e il più scemo dei bambini mi ha ammanettato per scherzo rischiando però di frantumarmi i polsi grazie all’enorme colpo e da lì la discussione su che materiale usino per costruire le manette dato che Stringa me l’ha chiesto, io ho risposto di acciaio e non di burro e pancarrè ma siccome Stringa è totalmente matta passiamo alla spiegazione del cazzotto, arrivati al bar a fine turno ho ordinato un caffè e chiesto alle ragazze cosa volevano, Ola ha chiesto un succo di pesca e gliel’ho ordinato, Stringa ha invece chiesto un cazzotto in fronte e, siccome il barista era lontano, gliel’ho tirato io, ha poi detto che scherzava e che voleva un succo, ma il cazzotto era lieve lieve e non gli ho fatto male anche se lei ora me lo rinfaccerà a vita, mi ha confessato che chiede spesso cazzotti in fronte al bar ma nessuno glieli tira mai per cui se qualche claun fosse libero può andare a trovarla a casa e tirargli tutti quelli che non gli hanno dato finora pur avendoli chiesti insistemente per anni, che gentaccia che c’è a giro che non dà i cazzotti a chi glieli chiede e magari poi per dispetto nei confronti dei pretendenti li tira invece a chi non li vuole. Nuvola
E passiamo adesso al resoconto di Ola
Ciao a tutti!Lunedì mattina è stato il mio primo turno all’ospedale e anche il mio primo e vero contatto con tutti quei pazienti. Per me è stato un giorno indimenticabile e devo ammettere che in quelle 4 ore (che in realtà mi sono sembrate 4 minuti) ho imparato tanto,molto di più di quanto potevo imparare in tutto quest’anno di università (Nota di Nuvola: a Ola piace esagerare). Già prima di arrivare all’ospedale ero emozionatissima e ho pregato tutto il tempo che andasse bene e di non rimanere là come un idiota senza dire o fare niente (però ho capito solo là che non era per forza detto che si dovesse dire o fare qualcosa, qualche volta bastava solo uno sguardo amichevole, bastava la tua presenza,il tuo costume,la faccia sorridente e il naso rosso per sentirti davvero bene e per rubare dei veri sorrisi che ti riempivano il cuore). Anche se io di solito sono un po’ timida e ho paura di esprimermi in un modo che nessuno possa capire(anche per via della lingua) essere insieme a Nuvola, che è davvero unico e così speciale e a Stringa così brava e sempre a scherzare, non ho sentito la timidezza e nemmeno la paura di esprimermi,anzi mi è sembrato come se fosse da una vita che conoscevo quella gente e mi sono sentita veramente accolta. La maggior parte all’ospedale ci ha accolto con entusiasmo e infatti la prima cosa che ho sentito all’entrata era:”Buongiorno allegria”,c’erano tanti che ci facevano i complimenti ma purtroppo c’erano anche quelli che dicevano:”che siete venuti a far ridere i bambini” e ciò dava fastidio davvero, però pazienza. All’inizio siamo stati in sala prelievi a parlare e a scherzare un po’ con tutti: c’erano dei signori e delle signore ad aspettare le risposte;una mamma che doveva partorire dopo 3 giorni accompagnata dal marito e dalla madre; un’altra mamma brasiliana incinta di 6 mesi che aveva già avuto una prima gravidanza e purtroppo a 5 mesi aveva abortito…quando lei ci ha raccontato del suo primo bimbo sia io che Stringa siamo rimaste male e senza dir niente, invece Nuvola con le sue parole d’angelo ha continuato a parlarle facendola sorridere e scherzare con noi. Poi siamo saliti in dialisi dove abbiamo incontrato Francesco che subito ci ha parlato della prossima riunione riconfermando il suo desiderio di ospitarci a casa sua; Anselmo purtroppo non era in grado di riconoscere e di parlare con noi, Nuvola è stato là ad accarezzarlo, gli ha fatto un topolino che lui poi teneva tra le mani sorridendo. Anche l’incontro con Giorgio è stato molto commovente,un grande uomo che aveva sofferto molto nella sua vita,che aveva lottato tantissimo per andar avanti,aveva perduto il padre quando era giovanissimo e che dire…….ci ha raccontato della sua vita dura,si è sfogato e ha pianto…C’erano anche delle signore anziane che pregavano solo di morire …qui è stato duro, ti facevano così tanta pena e mi sono chiesta se potevo fare qualcosa per far sparire tutte quelle sofferenze che ti facevano male all’anima…però Nuvola come sempre è riuscito a far sparire un po’ quell’aria pesante, si è messo a raccontare delle storie divertenti su sua nonna, sua zia…facendoci ridere davvero.
Stamani è stata una di quelle mattina che non voleva proprio decollare: Ondino che si traccheggiava e non voleva andare al nido ma ci metteva un’ora a fare tutto e io che scalpitavo perché era Leggi tutto…
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